2014/11/09
Bari – un quartiere da una lottizzazione costiera/a coastal allotment turned into neighbourhood
La finestra sul mare, la porta sulla tangenziale
Francesco Curci
San Giorgio è un quartiere del litorale sud-est di Bari con poco più di mille residenti, non tutti “reali” a causa del diffuso ricorso a strategie di elusione delle imposte sulla seconda casa. È a partire dagli anni ’70 che lungo questo litorale inizia a prendere piede l’edificazione abusiva di residenze ricreative principalmente ad opera di famiglie di Triggiano, comune a cui questo territorio è appartenuto fino al 1934. Tutt’oggi l’area è caratterizzata dalla prevalenza di dimore estive che restano vuote per la maggior parte dell’anno (nel 2001, secondo l’Istat, solo il 21% delle abitazioni era occupato da persone residenti).
Inquinamento, deficit di servizi e spazi pubblici, difficoltà infrastrutturali, degrado e abbandono degli spazi aperti, congestionamento estivo affliggono ormai da tempo gli abitanti del quartiere, molti dei quali proprio qui, negli anni ’80, hanno trovato un’alternativa alla vita caotica, pericolosa, insalubre di altri quartieri della metropoli barese. In questa porzione del capoluogo pugliese l’idea di casa e quella di città sfumano fino a sfuggire a qualunque immaginario comune, a qualunque appartenenza di tipo tradizionale. San Giorgio entra gradualmente nel novero dei territori abitati dell’Italia contemporanea in cui si annidano tali e tante criticità da rendere difficile persino l’identificazione delle priorità di intervento nell’eventualità, seppur remota, dell’implementazione di un progetto riqualificazione urbana. La convergenza di problemi è talmente fitta che ogni mossa ipotizzata sembra cruciale, determinante e al tempo stesso inutile, insufficiente ad uscire dallo status quo. È un contesto residenziale marginale e invisibile rispetto alle gerarchie e alle scale della metropoli a cui appartiene. Qui si assiste a un tipo di disagio abitativo davvero peculiare, diverso da quello stereotipico delle periferie popolari; un disagio che non dipende da storie di deprivazione sociale, di microcriminalità, di sovraffollamento, ma piuttosto da una morfologia urbana claustrofobica, da trame viarie private, ingarbugliate e inefficienti, dalla mancanza di spazi e servizi pubblici.
Dalle immagini satellitari il quartiere appare come un “pulviscolo” informe di edilizia residenziale a bassa densità, schiacciato tra la linea di costa, a nord, e la tangenziale di Bari (SS 16), a sud. Una delle situazioni più drammatiche e paradossali è quella delle abitazioni situate proprio a ridosso della tangenziale, strada a scorrimento veloce che per molte delle case di San Giorgio è l’unica via d’entrata e d’uscita dal quartiere. Abitare a San Giorgio significa rischiare ogni giorno e rimboccarsi le maniche per far sentire la propria voce ai lontani uffici comunali.
La casa di Rossella viene acquistata a metà degli anni ’80 da chi l’aveva regolarmente costruita nel 1975. È una confortevole villetta bifamiliare su due livelli con ampio giardino. Attraverso le finestre del piano superiore è possibile godere della vista del mare e respirarne la brezza. Qualche anno dopo l’acquisto parte del giardino dell’abitazione viene però espropriata e ceduta all’Anas che vi realizza la seconda corsia di quella che oltre a diventare la SS 16, ovvero la tangenziale di Bari, diventa la porta di casa della sempre più numerosa famiglia di Rossella. Passano gli anni, il traffico aumenta così come i problemi del quartiere: l’abusivismo mostra ancora segni di vitalità, soprattutto nottetempo; le strade vengono spesso allagate dalle mareggiate, manca l’illuminazione pubblica, i marciapiedi, la rete fognaria; le vie non hanno un nome ma un numero scritto con lo spray sui muri di recinzione o sulle cassette di derivazione elettrica. Nasce un comitato di difesa dei diritti dei veri residenti di San Giorgio di cui Rossella diventa presidente, ma nel frattempo la sua casa, che avrebbe anche un elevato valore intrinseco, si svaluta perché posizionata laddove nessuno la vorrebbe. Chi comprerebbe una casa con la porta sulla SS 16?
The window to the sea, the door on the bypass road
Francesco Curci
San Giorgio is a neighbourhood of the south-east coast of Bari with just over one thousand residents, not all of them “real” due to the widespread use of avoidance strategies of taxes on second homes. It was in the 70s that the illegal construction of recreational homes started to catch on along this coastline. This was mainly due to the initiative of families from Triggiano, the municipality to which this territory belonged until 1934. Today, the area is still characterized by a prevalence of summer homes that remain empty for most of the year. According to the 2001 census, only 21% of the homes was occupied by residents.
Pollution, lack of services and public spaces, infrastructure problems, deterioration and abandonment of open spaces, and congestion in the summer are plaguing local residents, many of whom, in the 80s, had found in San Giorgio an alternative to the hustle and bustle, dangerous, unhealthy life of other city districts. In this portion of the Apulian capital both the idea of home and the idea of the city fade away and defy any traditional notion of belonging. San Giorgio has gradually become one of those inhabited territories of contemporary Italy that are so replete with severe critical issues that it becomes difficult even to identify the priorities for action in the ever-so-remote event of the implementation of an urban renewal project. The convergence of problems is so dense that every possible move seems crucial yet at the same time useless and inadequate to change the status quo. This built-up area is marginal and invisible in comparison to the hierarchies and the scales of the city to which it belongs. A very peculiar type of housing problem occurs here, different from the stereotypical one of popular suburbs; a discomfort that does not arise from stories of social deprivation, petty crime, or overcrowding, but rather from a claustrophobic urban setting, from private road networks which are tangled and inefficient, from the lack of public spaces and services.
In satellite images the neighbourhood looks like some kind of formless 'fine dust' made up of low-density housing units sandwiched between the coastline to the north, and the bypass of Bari (SS 16) to the south. One of the most dramatic and paradoxical situations concerns the houses located next to the bypass, as this dual carriageway is the only way in and out of the neighbourhood for many of them. Living in San Giorgio mean to take risks every day and to roll up one’s sleeves to make one’s voice heard to the distant municipal offices.
Rossella’s house was purchased in the mid-80s from a man who had regularly built it in 1975. It is a comfortable semi-detached house on two floors with a large garden. Through the windows of the top floor you can enjoy views of the sea and breathe its breeze. However, a few years after the purchase, the garden of the property was expropriated and transferred to Anas (the company that manages the Italian road system), which built over it the second lane of what became not only SS 16 – the bypass of Bari mentioned above – but also the front door of the increasingly large family of Rossella. The years went by, the traffic increased and so did the problems of the neighbourhood. Illegal construction activities are still taking place, especially during the night; the streets are often flooded by sea storms; there is neither street lighting nor sidewalks or sewers; the streets have no name but a number written with spray paint on the walls of the enclosure or electrical junction boxes. In 2008 a committee was formed to defend the rights of the true residents of San Giorgio and Rossella became its president. However in the meantime her house, which would be of great value in many respects, is depreciate since it is located in a place where no one would want it. Who would buy a house with the front door on the SS 16?
№ 18/21
№ 1/1
Next project: → Modena – abitare da soli nella casa dei genitori/living alone in the parental house
Previous project: ← Treviso – la villetta/the little villa