2014/10/05
Senigallia – “Vivere Verde”/”Green Living”
Un complesso residenziale urbano nella provincia balneare
Cristina Renzoni
Al “Vivere Verde”, complesso residenziale molto ambito dal mercato immobiliare di Senigallia, c’è un’interessante commistione tra prime e seconde case: “Tutti i primi proprietari continuano a vivere qui: nessuno ha venduto” – mi dice uno degli abitanti della palazzina A – “Sa, il posto è molto tranquillo e poi è in una posizione eccezionale”.
Il complesso, costruito a partire dagli anni settanta, è composto da una decina di palazzine di quattro piani fuori terra con autorimesse seminterrate. Dipinte in intonaco grigio-verde o grigio-blu, si mimetizzano tra i pini e gli oleandri dell’ampio parco condominiale, circondato da basse siepi di pitosforo e attraversato da vialetti pedonali curvilinei, su cui gli edifici si affacciano con le grandi terrazze in cemento armato a vista e ringhiere metalliche. A due passi dal centro storico di Senigallia, verso nord, “Vivere Verde” è compreso tra due delle strade parallele interne della statale 16 Adriatica: attraversata la statale e superata la ferrovia, in poco meno di cinque minuti a piedi, si raggiunge la nota “spiaggia di velluto”; dalla parte opposta, lungo il viale alberato, si allineano i servizi integrati e il centro sportivo, con i campi da tennis e la piscina – una delle prime nella zona. Poco sopra, al di là dell’A14, le colline.
“Vivere Verde” è un oggetto piuttosto diverso rispetto al tessuto residenziale circostante, fatto di villini e basse palazzine su lotto, che si è consolidato tra anni settanta e ottanta. Innanzitutto per le dimensioni: si tratta di un intervento unitario considerevole in una città di provincia medio-piccola con una popolazione che al 1971 non raggiungeva ancora i 40.000 abitanti, ma che proprio in quegli anni stava sperimentando le forti trasformazioni di uno sviluppo del turismo stagionale che trovava nella città una tradizione consolidata su cui reinventarsi. Anche l’impianto planimetrico del complesso si differenzia considerevolmente dal contesto, e non solo per la disposizione delle palazzine, orientate perfettamente in direzione nord-sud, al contrario di tessuto urbanizzato che al contrario si era sviluppato in parallelo rispetto alla linea di costa (nord-est) e agli assi infrastrutturali della strada statale e della ferrovia. La diversità sta anche nel fatto di proporre un modello abitativo “urbano” allora piuttosto inusuale nella città medio-piccola di provincia: le palazzine nel parco residenziale con il grande giardino condiviso, che porta con sé la costruzione di servizi per lo sport e per il tempo libero.
Gli alloggi, piuttosto ampi (intorno ai 100 mq, cui vanno aggiunte le superfici terrazzate), furono pensati per un ceto medio di provincia con qualche ambizione residenziale e per un ceto medio urbano che poteva trasferire tutta la famiglia al mare nei lunghi mesi estivi.
A residential complex in a seaside provincial town
Cristina Renzoni
The residential settlement “Vivere Verde” (“Green Living”) in the coastal town of Senigallia presents an interesting mix between primary residences and vacation houses. “All the first owners still live here, no one has sold” – one of the inhabitants of block A says to me. “You know, the place is peaceful and is still in an excellent position”.
The complex, built from the 1970s, is articulated in ten four-storey blocks with private garages in the basement and with large terraces. The buildings are covered with green-gray or blue-gray plaster, and they disguise themselves among the pine trees and the oleanders of the common garden, which is surrounded by short bushes all around and crossed by curvy walkways. Close to the historic centre of Senigallia, “Vivere Verde” is positioned between two roads that run parallel to national road nr. 16 (the “Adriatica”). The well-known “velvet beach” of Senigallia can be easily reached in about five minutes by crossing the street and the railway. On the opposite side of the complex, aligned along a boulevard with trees, stand the public services and the sport center, with its tennis playgrounds and the swimming pool – one of the first swimming pools built in the entire area. Farther in the distance, beyond the highway A14, the view extends towards the hills.
As an urban object, “Vivere Verde” is quite different from the surrounding residential fabric, made up of “villini” and low-rise detached houses built during the 1970s and the 1980s. The first difference lies in its dimension: it is a big estate, the result of a unique masterplan which was quite ambitious for a small-sized provincial city that in 1971 counted less than 40.000 inhabitants and was experiencing a strong transformation in the practices of seaside tourism, an activity which had a long tradition in Senigallia. Furthermore, in its distribution of the blocks, the masterplan broke with the context, choosing a north-south orientation of the buildings that contrasted with traditional forms of development parallel to the coastal line and the main roads. Finally, the “urban” residential model chosen by Vivere Verde, with its blocks in the park, shared garden, sport and leisure facilities, was then very unusual for a small Italian provincial town.
The apartments were quite big (around 100 square meters, plus the terraces) and were designed both for a provincial middle class with some residential ambition and for urban middle classes wishing to move the entire family to the seaside during the long summer holidays.
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